Quando avevo due anni, nel 1986, avevo semplicemente due anni. Magari ero alta più o meno come mio figlio, avevamo più o meno le stesse guance.Ā
Idem mio marito, forse aveva la stessa struttura fisica, le stesse espressioni o gli stessi piccoli e panciuti panzerotti al posto dei piedi.Ā
Ma mentre io e mio marito, a qualche anno di distanza, avevamo due anni, semplicemente una stagionatura di 24 mesi, nostro figlio non ha, ma ĆØ nei terribili due.Ā
Non sta a me capire quali cambiamenti socioculturali ci abbiano portato a definire le tappe evolutive della vita umana con cosƬ certa chiarezza, fatto sta che per quanto io rifiuti un mondo social composto da (più o meno presunti) professionisti dellā infanzia e della genitorialitĆ , tutto quello che vedo in quei fastidiosissimi reel ĆØ tendenzialmente riprodotto atto dopo atto in quello strampalato teatro di improvvisazione che ĆØ il mio salone.Ā
E nonostante gli (apparenti) riferimenti certi, nonostante questa voce che giorno dopo giorno urla sempre più forte āĆØ tutto normale, ĆØ sano, ĆØ una fase, passerĆ ā noi come ci sentiamo? Disorientati. Persi. Sbagliati. Insufficienti. A volte anche stronzi (il francese non lo so), perchĆ© abbiamo alzato la voce, perchĆ© alla fine lo abbiamo preso di forza, perchĆ© abbiamo perso la bussola e la calma.Ā
Ho provato a sollevarmi da me stessa e a vedere le cose dallāalto. Ho provato a sentire altri genitori. Lāunica cosa che mi sembra di aver capito ĆØ che ci sono fondamentalmente due strade possibili.Ā
La prima, essere genitori nel 2024. Chiedere, montessorianamente, supporto a questi esseri mitologici mezzi esseri umani e mezzi baluardi di speranza. Iniziare percorsi, ascoltare pareri. Lavorare sulla relazione.Ā
La seconda, essere genitori nel 2024 con la testa e lāanima a quarantāanni prima. Io ero piccola, appunto, non ero grande e non ero mamma. Ma dubito che i genitori allāepoca fossero confortati dal caldo e luminoso abbraccio del parent coaching. Solo che, mannaggia, forse cosƬ siamo troppo fuori tempo.Ā
Ogni volta che mentalmente provo a prendere una posizione, mi sembra di sbagliare in ogni caso. Mi sembra di seguire una moda, se mi affido alla consulenza di esperti (in nome di non so quale scienza esatta). E mi sembra di non fare nulla per migliorare le cose, e di trascurare potenziali problemi più grandi, se non seguo la corrente.Ā
Adesso tutti penserete: ma sei mamma, segui il tuo istinto. SƬ, lāho scritto io stessa, mesi fa, proprio su questa newsletter. Ma non funziona sempre. Non ĆØ una magia che si realizza quando indosso il mantello. Le ho cercate, ma non ci sono nĆ© bacchette nĆ© pozioni.Ā
E in tutto questo, immaginando che chi legge in questo momento sia genitore come noi, ancora non ho spiegato che vuol dire āterribili dueā. Ma mettiamo il caso che ci sia, tra il pubblico leggente anche qualche presenza che non si ĆØ (o non si ĆØ ancora) riprodotta, i terribili due sono una fase della crescita in cui la scoperta di moltissime cose nuove, lāesperienza quotidiana di nuove emozioni (spesso al di fuori della capacitĆ di gestione del piccolo) e la necessitĆ crescente di affermazione della propria personalitĆ si combinano in un mix esplosivo che porta un adolescente incazzato nel corpo liscio e morbido del tuo bambino. La parola ānoā, giĆ appresa ben prima del āsƬā, ĆØ intercalare, buongiorno e buonanotte di ogni singolo giorno. E mi fermo qui, perchĆ© se tra voi cāĆØ gente che sta pensando di avere figli e ci ripensa, magari mi tocca pure risponderne al governo.Ā
Per lasciare un'immagine evocativa, che dice senza dire, immaginate una battle tra Gigi DāAlessio e i Ramones. Eccolo, il suono delle nostre giornate.Ā
E non avrei mai pensato di dirlo, ma quanto ti sono vicina Gigi.Ā
Bentornati! Siamo giunti giĆ al 47esimo numero di Padri in formazione, questa volta ad aprire il numero ĆØ una mamma. Ospitiamo nuovamente Silvia Balacco sulle colonne della nostra newsletter. Troverete i āterribili dueā visti da lei e visti da lui, una delle rarissime coincidenze astrali in cui marziani e venusiane sono stranamente concordi su tutta la linea. Al nostro Marco Bisanti lasciamo lāarduo compito di costruire uno dei suoi splendidi quadretti familiari in cui riesce a far poesia anche senza lasciare spazi bianchi tra le righe. Come sempre, buona lettura! Se vi ĆØ piaciuta, cliccate pure sul pulsante qui sotto.
Come gli alligatori nelle fogne
di Antonino Pintacuda
E cosƬ ci siamo arrivati, eccoli stagliarsi nella luce del meriggio: i terribili 2. Pensavo fosse una leggenda metropolitana, come gli alligatori nelle fogne o Candyman che viene col suo uncino gocciolante. - cosƬ, di passaggio, annoto a futura memoria, che non riesco più a vedere un film horror manco per sbaglio, ho intere annate di serie tv e pacchi di fumetti da leggere, ci rifaremo in questa vita o nellāaltra!- E invece eccoci qui a tentare di sopravvivere. Se siete uno di quei fortunati con il figlio che fa tutta una tirata tra le braccia di Morfeo da quando lāavete partorito, andate pure avanti e leggetevi le meravigliose vignette in parole del nostro Bisanti. Se invece appartenete al novero dei genitori esausti, che iniziano a provare brividi di terrore dallāora del crepuscolo in cui la sera allunga le ombre prima di unāaltra notte difficile, venite qui, fatevi abbracciare.
Notte dopo notte, il tempo del sonno profondo va scorciandosi sempre più, ho delle occhiaie che fanno contatto con le ginocchia, mi faccio lo shampoo col cortisolo, ho ancora due peli di barba non incanutiti dallo stress. Per il resto, questi due anni sembrano almeno cento vite. Equamente distribuite tra gioia infinita e vette inenarrabili di stress e stanchezza. Essere genitori ĆØ meravigliosamente sfiancante. Ogni tanto me lo vedo arrivare lo gnomo, armato della spada di gommapiuma presa da Tiger quando ancora gattonava. Stolto! Mai armare un bimbo, in inglese hanno un vocabolo apposito per indicare questa terribile fase: toddler. Fatevi un giro su un qualsiasi social usandolo come chiave di ricerca. Vi si aprirĆ una galleria degli orrori. I nostri paffuti e rubicondi puttini che ci guardavano con gli occhi a cuoricino sono diventati incostanti preadolescenti tutti dāun botto. Ho provato a trincerarmi dietro pareti di libri presi da Uppa, ho eletto Alberto Pellai a mio maestro di vita, leggevo Bussola prima che diventasse famoso! Insomma, ho cercato in tutti modi di arginare la marea incombente, ma quando ĆØ arrivata, mi ha sconquassato vertebre e ossa. Come lo stolto di biblica memoria ho costruito la mia casa sulla spiaggia e non sulla dura roccia. Pensavo di aver trovato conforto in tutto quello che insieme a mia moglie abbiamo seminato per la fioritura del nostro piccolo, ma invano. Ora capisco chi chiama Attila la propria prole. CāĆØ un tac nel loro piccolo cervello, capace di costruire mondi, galassie e universi mentre connessioni neurali si attivano con una velocitĆ che non si verificherĆ mai più nella loro vita. Visto e considerato anche che, essendo un maschietto, dopo la pubertĆ non ĆØ che brillerĆ mai per acume! Ecco, abbiamo questa meraviglia, il nostro amore fattosi carne e splendore che di punto in bianco sembra un veneto ciucco che non sa quello che vuole ma lo vuole subito. I piatti che adorava ora decollano dal tavolo con una puntualitĆ commovente, i libri che adorava li riduce in una poltiglia appiccicosa, facendoli tornare pura cellulosa. I pochi episodi di Bing concessi dallāeducazione montessoriana non gli bastano più. Montessori un paio di balle! Il nostro piccolino i giochi montessoriani se li sta facendo smontandoci letteralmente la casa. Ha staccato gli stipiti della porta, ora ĆØ nella fase Picasso, i superlavabili pastelli a cera di Giotto mi hanno rinnovato il mobilio, neanche lo sapevo che la cera scrivesse cosƬ bene sui vetri e sugli specchi. E poi quante bugie può mai dire un piccolo angioletto di (nemmeno) due anni? Una svalangata, quel ciocco rinsecchito e pieno di nodi di Pinocchio al confronto era un principiante. E manco possiamo riderci su, se vede che ridiamo al suo comportamento ĆØ il tana libera tutti per soccombere al suo strapotere. Ora capisco bene lāamnesia selettiva che sembra cogliere tutti i genitori che ho conosciuto. Non ĆØ semplice amnesia, somiglia piuttosto a qualche disturbo post traumatico. Me li immagino tutti i genitori, sopravvissuti a questo pandemonio, tutti insieme nella stessa stanza, che si abbracciano commossi e si giurano āNon ne parleremo mai più, manco sotto tortura!ā. Scrivo questo pezzo mentre lo gnomo mi tira mollette, mi congedo che, tiro dopo tiro, sta migliorando la mira!
Mondo bambino, stammi vicino
di Marco Bisanti
Il pomeriggio è rimasto in fondo al corridoio, nel monopattino e nel passeggino lasciati di traverso davanti alla porta di casa. Nel resto delle stanze sono già le dieci di sera, i bambini dormono e tutto riposa nel buio voluto da Arturo prima di andare a letto, quando mi ha costretto a spegnere ogni interruttore per trasformare l'intera casa nella bat-caverna e lui, maschera e mantello sul pigiama, mi portava a sondare gli angoli più bui del suo antro.
Ogni lucina accesa, dalla spia dello stereo in soggiorno all'orologio del forno in cucina, era un pipistrello da ammirare e salutare, contando quale tra tutti facesse più paura. Il fondo buio del corridoio, rimasto al caos del rientro dopo una bella giornata all'aperto, era bucato solo dalla luce fioca del pianerottolo che filtrava dalla toppa della porta. Guarda papà , quello è il pipistrello che fa più paura, perché è morto: vai, vai da lui che ti dà una carezza. E io andavo. Io tutto facevo.
E nella finzione anche i doveri del reale, come quello di andare a letto a un certo punto, anche le cose non volute, cioĆØ, funzionavano. Togliersi maschera e mantello era possibile, passando a chiamarlo bruce waine. Andare sotto le coperte era possibile, contando tutti i pipistrelli immaginati nella fantasia per nulla gotica delle lenzuola. Scrivendo questo, anche io non so se sto sognando o sono sveglio, visto che giĆ ho dormito una volta stasera, addormentandomi accanto a mio figlio mentre cercavo di addormentare lui.
Quale vita è più bella di una vita in cui l'unione tra opposti vive talmente in armonia? Un pipistrello morto ti può accarezzare, un bambino restio può andare a letto, un corridoio buio può contenere il pomeriggio e la sera insieme, un padre stanco può scrivere mentre già dorme e sogna, con la testa sul cuscino - mondo bambino, stammi vicino.
Come al mattino, potente e bello sento il rientro a casa, in unāatmosfera sospesa tra la recente notte e il giorno nuovo, dopo aver lasciato i bambini a scuola. Le persiane accostate, i letti disfatti, i bagni spettinati, il silenzio in corridoio e la compassione della lanterna accesa la sera prima, che ancora fa girare le sagome degli animali nel buio della camera di mio figlio. Lui in classe giĆ ride gioca piange osservando la vita e la sua stranezza; io cammino per qualche minuto ancora in questa solitaria eclissi degli impegni in agenda, telefonate e incontri programmati, del lavoro e del resto che inizia quando apro la finestra, evito i mattoncini lego sul tappeto e, infilando il braccio nella libreria, di nuovo adulto, senza guardare, spengo la luce della giungla rotante.