di Silvia Balacco
Mi sono seduta sul divano.
Mi sono seduta sul divano e ho guardato la parete di fronte a me.
Ecco la prima cosa che ho fatto quando ho saputo che aspettavo Federico, principalmente per due motivi. Il primo è che mi è venuto l’istinto di sedermi per proteggerlo, non so da cosa, ma nel dubbio l’ho fatto. Il secondo è che avevo bisogno di fermare il mondo che girava intorno a me, a una nuova e inedita velocità. E così ho avuto modo di dirmelo: niente sarà più come prima.
Eccolo il biglietto di sola andata per la genitorialità, e in un attimo sei già sul Frecciarossa delle emozioni, della nuova vita. Consapevole del peso specifico dei tuoi bagagli.
Tutto questo si faceva sempre più nitido nella mia mente, mentre mio marito era ancora in bagno che saltava dalla gioia e faceva foto a un bastoncino pisciato.
Care future e nuove mamme, niente è certo in questo viaggio ma certamente ricorderete con chiarezza cosa avete fatto appena avete saputo che vi sareste chiamate mamme.
Da “collega” provo a darvi qualche consiglio.
Il primo è proprio quello di non seguire i consigli. Un po’ come la prima regola del Fight Club. Come forse avrete già appurato, c’è un mondo fuori pronto a darvi consigli che non avete chiesto. Ascoltateli tutti, e poi fate quello che volete. Oppure non ascoltateli, se vi fa stare meglio. Scegliete una canzone e quando vi parlano ascoltatela mentalmente per non dover sentire. Fate silenzio per sentire quella vocina dentro di voi che vi segnalerà cosa fare. Se dovesse malauguratamente mettersi in muto proprio nel momento del bisogno, chiedetevi come sia possibile che se non avete voi la risposta ce l’abbia un estraneo.
Però, perché c’è sempre un però, spesso parlare con gli altri aiuta a pensare. Per cui non ergete muri nel timore di denunciare la vostra inesperienza. Non state montando un mobile Ikea, non ci sono le istruzioni, nemmeno in svedese. Scegliete le vostre persone del cuore e confidate i vostri dubbi, chiedete aiuto. È un nobile atto di semplicità che la nostra società malata ci fa vivere come un limite. Minchiata. Se per crescere un neonato ci vuole un villaggio intero, saremo pur libere di alzare la mano in caso di necessità. Facciamolo sapendo che nel farlo siamo delle ottime madri.
Fate rete. Un giorno qualcuno mi ha detto che per una mamma le altre mamme sono il male assoluto. Per me non è vero. Non sono ancora arrivata alla fase della scuola, quella in cui dobbiamo scegliere insieme il famigerato regalo per la maestra a fine anno, ma durante il corso pre-parto sono stata inserita in un gruppo whatsapp con le altre future mamme del corso. Siamo circa una quarantina, ed è una delle cose migliori che mi sia successa dalla gravidanza ad ora.
Nel gruppo condividiamo tutto, emozioni, paure, fastidi, ragadi, colori delle pupù, tips sullo svezzamento, dubbi sui consigli dei pediatri, link di reel divertenti, foto ricordo dei mesiversari dei bambini, traguardi raggiunti, fallimenti percepiti, ore di sonno mancanti, gioie inattese, viaggi personali e collettivi, auguri per le feste comandate e negozi in cui fare baby-shopping senza spendere capitali che non abbiamo.
Tutto, assolutamente tutto, senza un minimo di giudizio. Non ci siamo mai viste ma mi sono sentita spesso molto più libera con loro che con le mie migliori amiche.
Seguite la vostra natura. Se di natura siete organizzatrici e precise, intorno al sesto mese iniziate a fare l’elenco delle cose che vi saranno utili per la borsa per l’ospedale. Scegliete il fasciatoio e riempitelo di pannetti e body come si vede su Instagram, dedicatevi a quello che ritenete utile e inutile ma necessario per voi, per la nascita del vostro bambino.
Io desideravo ardentemente fare una ghirlanda nascita, ma quando finalmente mi sono liberata dagli impegni di lavoro e ne ho avuto il tempo, non ho potuto, per far nascere Federico. Mi dicono dalla regia che è quello che conta, ma per me contava anche accogliere mio figlio con un simbolo fatto da me. Non è una cosa stupida, è sensatissima. Ascoltatela, seguite i vostri desideri e fregatevene del resto.
Se invece siete più fan dell’improvvisazione, va benissimo lo stesso. A vostro figlio non serviranno effettivamente ghirlande e merletti, uno starter kit su dove farlo dormire (per i primi 5 mesi la navicella è sufficiente), dove cambiarlo, come cambiarlo (il tipo di pannolini che fa per voi lo capirete con i mesi, datevi pace e prendetene uno qualsiasi) è più che sufficiente.
Scegliete come partorire. Affidatevi a mani esperte e di fiducia. Pretendete rispetto e cura. Non dobbiamo soffrire per forza, e non dobbiamo tollerare comportamenti anche solo lontanamente collegati alla violenza ostetrica. Documentatevi senza spaventarvi, informatevi e scegliete le mani giuste alle quali affidarvi. Se a un certo punto del percorso sentite che non sono quelle migliori, cambiatele. Il mondo per fortuna è pieno di professionisti che vivono il loro lavoro non solo con coscienza, ma anche con dedizione. Questa forma di cura è quella che si merita ogni mamma, e quella che fortunatamente ho incontrato io. Loro non si ricorderanno di voi, ma voi difficilmente dimenticherete i volti di chi vi toccava mentre eravate concentrate a generare la vita.
Curate la vostra interiorità. Dopo il parto ci saranno giorni, settimane e mesi di cambiamenti a tutto tondo. Si parla tanto di depressione post partum e baby blues ma non è solo questo.
È come se, effettivamente e come dicono tutti, insieme al vostro partner e ai vostri cari steste ri-nascendo e doveste ri-conoscervi. Affrontando quindi una miriade di giorni cerniera tra un prima e un dopo, imparando ad accettare le nuove immagini che lo specchio vi restituirà. Guardatele con meraviglia e cura, state facendo del vostro meglio e questo merita sempre amore.
Oggi, nel 2023, ci sono nuove figure professionali in grado di colmare dei vuoti ai quali prima non si dava nemmeno un nome. Io ho scelto di affidarmi ad una Doula, inizialmente per imparare a far stare Federico nella navicella durante i pisolini. E così sono sette mesi che il mio viaggio di mamma è più bello, più sereno, più forte e più consapevole.
Se vi state chiedendo cosa sia una Doula e cosa faccia, posso dirvi che si tratta di una figura non sanitaria a supporto della mamma durante il primo anno di vita del bambino.
È un sostegno molto più utile dei tanti prodotti per la maternità che qualsiasi baby-store cercherà di propinarvi al primo accenno di pancione. Quindi il mio consiglio è di togliere qualche oggetto e investire in qualcosa di meno materiale e più concreto.
Infine, fidatevi di voi stesse e siate serene di vivere, esprimere ed affrontare le vostre paure. Sembra una frase fatta, ma capirete dopo il parto, a mano a mano che riacquisterete lucidità e forza, che avete adesso un nuovo amore, puro ed incondizionato, che vi arriva e vi investe con la sua forza. Quella forza vi darà energia e sicurezza, in una quantità non misurabile. È così che sarete pronte a tutto, non pronte per tutto. Perché non serve essere preparati a cose che non potete prevedere, serve essere forti per abbracciare il vostro bimbo quando piangerà, anche quando sarete voi le prime a tremare.
Quella forza è già dentro di voi, e vi guiderà per sempre.
Questo è il 20esimo numero di Padri in formazione, durante l’estate abbiamo rallentato un po’, sperimentando 4 numeri monografici nella formula bisettimanale. Questo è un numero speciale che chiude il primo ciclo della nostra newsletter, non potevamo farlo in modo migliore che condividendo la voce di una mamma. Le sue paure, la sua forza, i suoi pensieri e i suoi timori, per non dimenticare che in questo viaggio si è - quasi sempre - in due.
Grazie per averci letto, se volete aiutarci a crescere, condividetela liberamente schiacciando il pulsante qui sotto.